Negli ultimi anni il modello categoriale della psicosi e della schizofrenia in particolare, è stato riconsiderato a favore di una visione dimensionale. Questa assume che I sintomi psicotici differiscono in modo quantitativo dalle normali esperienze psichiche distribuendosi lungo un continuum che va dalla popolazione clinica affetta da schizofrenia ad individui con disturbo di personalità, fino alla popolazione generale che può mostrare esperienze simil psicotiche (Hanssen et al. , 2003; Johns & Phil, 2005). Tale continuità fenomenologica è suggerita da studi che mostrano che le dimensioni del fenotipo della psicosi subclinica sono molto simili a quelle identificate nei disturbi clinici (Van Os et al. 2000; Van Os & Tamminga, 2007; Rossler et al. , 2007). Sono state infatti riportate dimensioni positive e negative sia in ambito clinico che subclinico, mentre più incerta appare la presenza della dimensione disorganizzazione (Vollema & Hoijtink, 2000; van Os et al. , 2002). Vari studi hanno riportato che i fenotipi clinico e non clinico condividono fattori di rischio, meccanismi psicologici ed i pattern epidemiologici (Sharpley & Peters,1999; Johns & van Os, 2001; van Os et al. , 2001), fornendo un'ulteriore prova che l'espressione clinica e subclinica delle psicosi fanno parte dello stesso continuum .
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Daneluzzo, E., Tommaso, S. D., Tempesta, D., Cerroni, G., Stratta, P., & Rossi, A. (2008). The Community Assessment Psychic Experience (CAPE): evaluation study of the Italian version. Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 17(3), 242–247. https://doi.org/10.1017/s1121189x00001342
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