L’articolo riporta i risultati di un’indagine rivolta agli accademici italiani con l’obiettivo di rilevare gli usi didattici dei Social Media nel panorama delle pratiche didattiche universitarie. A questo scopo è stato tradotto e adattato un questionario, già somministrato in ambito statunitense, che è stato inviato a tutto il personale di ricerca di tutti gli atenei italiani. Hanno risposto 6139 ricercatori/docenti universitari, pari al 10,5% del totale. I risultati mostrano un uso ancora piuttosto limitato di questi strumenti a fronte di motivazioni di ordine e natura diversa, che evidenziano il prevalere della dimensione erogativa su quella dialogico-interattiva o su pratiche più sociali e collaborative. Inoltre, emergono anche fattori di resistenza culturale o di percezione di inutilità di questi strumenti, che potrebbero contribuire a mettere in crisi i modelli tradizionali della relazione pedagogica. Una combinazione di fattori di natura pedagogica, pragmatica e valoriale sembrano indurre, quindi, i docenti a preferire la didattica frontale in presenza o al più le tradizionali piattaforme e-learning. Nel complesso i risultati non possono, però, essere letti in modo univoco in quanto riflettono una ambivalenza presente anche in letteratura rispetto alle potenzialità o meno dei Social Media per l’alta formazione.
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Manca, S., & Ranieri, M. (2015). I Social Media vanno all’università? Un’indagine sulle pratiche didattiche degli accademici italiani. ECPS - Educational, Cultural and Psychological Studies, (10), 305–339. https://doi.org/10.7358/ecps-2014-010-manc
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